Prodotti Tipici
La patata dell’Alto Viterbese
La patata dell’Alto Viterbese è prodotta nelle campagne a nord del Lago di Bolsena ove il terreno, ricco di elementi nutritivi naturali, rappresenta le condizioni ideali per lo sviluppo degli elevati standard qualitativi di questa particolare patata, la cui coltivazione vanta origini antiche e che ha avuto una vera e propria impennata nell’ultimo trentennio anche grazie alle attività di assistenza tecnica di controllo della qualità e di dotazione di impianti di conservazione e confezionamento realizzate direttamente dai produttori attraverso organismi associativi.
Le caratteristiche di qualità sono tali che la patata dell’Alto Viterbese è stata inclusa nell’Elenco Nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali Italiani di cui al Decreto Ministeriale 350/1999
È reperibile in tutti i periodi dell’anno e la sua produzione viene curata con attenzione dalla semina che avviene in periodi diversi dell’anno, al raccolto secondo metodi che riducono al minimo i danni dovuti ai mezzi meccanici, al trasporto controllato e supervisionato dagli stessi produttori.
Esportata e apprezzata in tutto il mondo è da tempo coltivata nel nostro Comune e contribuisce ancora oggi in modo notevole alla nostra economia.
Fagiolo secondo o della stoppia
Questo legume ha accompagnato da sempre l’alimentazione delle popolazioni residenti sul versante settentrionale del Lago di Bolsena, in particolare quelle del comune di San Lorenzo Nuovo, per le quali costituiva la principale fonte di proteine vegetali.
L’origine vulcanica dei suoli ha permesso di ottenere un prodotto di qualità, con particolari caratteristiche di facilità di cottura (“fagioli cottori”) e favorevoli proprietà organolettiche (sapore dolce). Il frutto era consumato essenzialmente secco.
La semina del legume avveniva tassativamente nella terza decade di giugno, successivamente alla mietitura del frumento, per permetterne la maturazione intorno alla fine di agosto. Da qui derivano le denominazioni di “fagiolo secondo”, in quanto prodotto di secondo raccolto, o “fagiolo delle stoppie”, in quanto seminato sulle stoppie del frumento appena lavorate.
Solo l’attaccamento di alcuni agricoltori alle antiche tradizioni ha permesso la conservazione di tale legume.
In tempi recenti, la crescente domanda di prodotti alimentari tipici, cosidetti “di nicchia”, sta offrendo una nuova opportunità ai piccoli produttori agricoli,che superando le difficoltà, cercano di rilanciarla e di realizzarla oggi con le antiche tecniche colturali.
(Testo tratto da http://www.altatuscia.vt.it/pag/prodotti.html Comunità Montana Alta Tuscia Laziale